Simbolo dell'oggettivamente bello, regina incontrastata della sportività su due ruote per tutti gli anni 80, la perfezione made in japan,il top assoluto : Honda Vfr 750 r Rc 30.
Ricalcando lo spot dell'acqua Levissima potremmo dire : Bellissima,Velocissima,Efficacissima e Carissima!
Senza tanti giri di parole,stiamo parlando di eccellenza pura.
Penso che alla Honda, i tecnici, incontrandosi nei corridoi, ancora si stringano la mano per congratularsi tra di loro.
Una moto priva di difetti (tranne quello di riscaldare tremendamente le gambe del pilota) e straordinariamente affascinante.
Se la missione è quella di colpire gli appassionati la Rc30 ci riesce benissimo,con la livrea bianco rossa blu che ci riporta in mente gare di Endurance ,lo scultoreo forcellone monobraccio che permette di risparmiare tempo in gara sul cambio gomma , le carene a sgancio rapido, il telaio perfettamente riuscito ed il motore da 112 cv pronto ad ululare in ogni frangente.
Andiamo subito nel tecnico.
La Honda Rc 30 750 è stata realizzata in due serie diverse. Le differenze sono minime solo all'estetica e al motore.
La prima serie (1987-88) è siglata H (1987) e J (1988). La scritta Honda sul serbatoio è in caratteri bianchi su fondo nero. Il classico logo Honda ha l'ala gialla . La colorazione è bianca piu tre colori: blu sul cupolino e sul serbatoio,rosso sul fianco e sul codone,nero sul fianco e sul codino dietro la sella.La ruota anteriore ha il cerchio da 3,00x17
La seconda serie (1989-1990) è siglata K (1989) e L (1990) . La scritta Honda sul serbatoio è in caratteri rossi . Il logo Honda che rappresenta un'ala è stilizzato e di colore rosso. La colorazione è bianca piu due colori :blu sul cupolini,serbatoio,fiancata e codino dietro la sella,rossa sul fianco e sul codone. Il motore ha 8 cv in piu per un albero a camme piu spinto.
La ruota anteriore è da 3,25x17.
Esclusivamente per il mercato giapponese esiste una versione di 1000 esemplari depotenziata a 77 cv ,riconoscibile per i fanali piu piccoli rispetto le altre serie.
La Rc30 è stata prodotta per un totale di 3500 esemplari,un quantitativo ridotto rispetto ad altre moto del tempo ma un numero elevato per un modello speciale come lei nata in collaborazione con il reparto corse HRC .
Pensate che nonostante il costo esuberante ( in italia costava 23 milioni di lire nel 1987 fino al top con 26 milioni di lire per il 1990) la richiesta ha superato l'offerta e molti potenziali clienti sono rimasti a bocca asciutta.
La Vfr 750 R è una vera moto da corsca con la targa e le luci e vanta un motore favoloso ed una ciclistica eccellente. Il motore è compatto e leggero (79kg) . Per la prima volta su una moto stradale compare il titanio utilizzato per le bielle. Gli ingranaggi della distribuzione sono sdoppiati per evitare giochi . Le travi del telaio sono in lega leggera.
Per rendere ancora di piu l'idea guardatevi questo video :
Il motore deriva dal 4 cilindri a V di 90° montato sulla VFF ma ulteriormente elaborato. Nelle testate vi sono nuovi alberi a camme in tre pezzi,azionati da piccoli ingranaggi doppi. I bilanceri sono stati eliminati , le valvole sono azionate direttamente dalle camme. In questo modo si è ottenuta una maggiore inclinazione dei condotti di aspirazione . I pistoni sono stati alleggeriti cosi come l'albero motore e le bielle in titanio . L'alimentazione prevede 4 carburatori Keihin a depressione da 35mm con collettori da 38mm.
L'accensione è elettronica digitale Nippondenso. Il radiatore è ad U ed è sdoppiato con i due elementi sovrapposti. Il radiatore dell olio è a collare ed è raffreddato ad acqua tramite pompa.
La frizione è dotata di un dispositivo antisaltellamento ed è abbinata ad un cambio a 6 marce . Lo scarico è di tipo 4-2-1 con silenziatore in acciaio inox .
Il telaio è costituito da una coppia di travi diagonali in alluminio estruso a sezione pentagonale.
La zona del canotto e le piastre inferiori sono in fusione di alluminio cosi come il telaio reggi sella. In alluminio anche il forcellone monobraccio Pro Arm ,un brevetto di derivazione Elf. La ruota posteriore è fissata a sbalzio tramite un unico dado centrale. La forcella è una Showa teleidraulica con steli da 43 mm ed è regolabile in compressione ed estensione. Il monoammortizzatore posteriore è uno Showa Pro Link regolabile nel carico,compressione ed estensione.
Notevole anche l'impianto frenante. All anteriore troviamo un doppio disco flottante da 310mm con pinze a 4 pistoncini. Il freno posteriore è da 220 mm con pinza a doppio pistoncino.
Le ruote sono in lega di alluminio con razze tangenziali di sezione ad U ( 6 razze davanti 8 dietro) e d'alluminio è anche il serbatoio.
La Rc30 pesa 185 kg ,sviluppa 112cv a 11.000 rpm con 7.4kgm di coppia a 10.500 rpm . Gran frullatore!!
La velocità massima è di 255 km/h e fa il quarto di miglio da ferma in 11,8 secondi.
La moto è scomodissima su strada ma su pista trasmette un feeling cosi tanto elevato da definirla quasi una moto "comoda".
La precisione di guida è straordinaria e la compatta Honda si districa agevolemente tra i cordoli con impeccabile comportamento senza mai andare in crisi.
Fulminea e precisa,stabile e con una frenata micidiale...peccato che scaldi come il forno di una pizzeria a legna,unico difetto di questa grande opera d'arte motociclistica.
A livello collezionistico è molto ambita. Si è rivelata immediatamente una Instant Classic ma ha una buona reperibilità di ricambi ed i prezzi sono umanamente gestibili.
Piccola curiosità : come accennato prima per il mercato giapponese la Rc30 era dotata del motore depotenziato da 77cv. Per rimediare la Honda realizza una serie speciale limitata a 30 esemplari con livrea completamente bianca data in dotazione ai Marshal della prestigiosa 8 ore di Suzuka. Questi esemplari sono riconoscibili per la colorazione oro dei cerchi e per la mancanza di luci ,retrovisori e scarico neri. Motore pepato by Hrc : preparate lo scottex per pulirvi!!
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