continuiamo la storia dei bicilindrici Harley Davidson con un nuovo capitolo...
SHOVELHEAD 1966-1984
Come abbiamo avuto modo di comprendere nel tempo, se c'è una cosa che odiano fare i tecnici di Milwaukee è stravolgere un progetto. Si dice che fossero gli inglesi ad essere tradizionalisti e che il loro poco innovarsi li abbia poi portati alla rovina quando arrivarono come dei Kamikaze le moto giapponesi anni 70, ma pure gli Yankee mica scherzano!
Secondo me non è un atteggiamento da denigrare quello tradizionalista,se una cosa funziona bene perchè stravolgerla? Non sono le prestazioni assolute quello che interessa la clientela di questo genere di moto e come dice sempre mio nonno "ogni somaro c'ha il suo padrone" : proprio grazie a questo principio bucolico che un marchio come Harley si mantiene vivo...e ringraziando il cielo i "somari" che producono sono bellissimi.
Detto questo (perdonate la premessa cari lettori ma era doverosa) passiamo ad analizzare uno dei propulsori piu amati dal sottoscritto: lo Shovelhead.
Letteralmente "testa di badile" per via della forma della testata (fantasia voto 10). L'innovazione tecnologica del propulsore non è totale ,come tradizione vuole, infatti il basamento è lo stesso del Panhead. L'evoluzione è nella testa che è d'alluminio cosi come le componenti della distribuzione ed un nuovo filtro aria. 1200 cc per 60 cv di potenza e cambio a 4 marce.
Questo fino al 1970 quando lo Shovel si evolve con il nuovo basamento "nose cone" ,la sostituzione del generatore con l'alternatore,e l'accensione interna al carter motore destro. Resta cosi fino agli anni 80 quando diventa 1340 e dotato della tanto innovativa accensione elettronica.
Loud and Proud
Ergal
perchè così figo eppure al tempo stesso tanto balordo? Mi ricorda un altro tipo, sempre di quegli anni, con le zone basse in ghisa pure quelle e che non riusciva a metabolizzare tutte le dilatazioni dei tempi...
RispondiEliminaPeccato che per quanto riguardi la mia povera testa non c'è mica s&s che tenga...